di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Non è accanimento, è pura e semplice constatazione della realtà. Dallo scandalo della Sanità calabrese ai monopattini e bici con i quali si è pensato di compensare un mancato potenziamento del Trasporto pubblico locale, dall’aver annunciato già a marzo scorso che l’Italia avrebbe subito una seconda ondata di contagi all’aver non dotato per tempo e in misura sufficiente gli ospedali di personale e di letti, portando di conseguenza alla chiusura di centinaia di migliaia di attività, dai banchi con le rotelle al balletto delle scuole che aprono e poi chiudono o forse no ai consulenti del Governo che diffondono il panico tra la popolazione sempre più incredula e infastidita, dalla costante adozione di misure emergenziali, ma forse sarebbe meglio dire tampone, al decreto Ristori 1 e 2, quest’ultimo già contestato e insufficiente prima ancora di essere pubblicato in Gazzetta, l’esecutivo giallorosso sta riuscendo a dimostrare ogni giorno di più, attraverso scelte e mancate scelte, di non essere all’altezza della situazione. Per chi, come me, ha idee ben note e diverse dalla maggioranza oggi alla guida del Paese, constatare tutto ciò non è consolante, è allarmante. Come se non bastassero già tutti i gravi sintomi appena elencati, ci si mette anche legge di bilancio 2021. Approvata 20 giorni fa «salvo intese», rischia un altro slittamento (la data di “scadenza” era il 20 ottobre). Per portarla in Parlamento, e dopo un lungo passaggio al Tesoro, è ancora necessario un vertice tra il presidente Conte e i vertici della maggioranza. Perché? Perché le scelte fatte fino ad oggi come i decreti Ristori 1 e 2 – inefficaci, insufficienti, non lungimiranti – più la crescita che si sta rivelando non adeguata a dare la spinta per una solida risalita (la Commissione Ue per l’Italia ha ridotto al 4,1% le previsioni di crescita per il prossimo anno), richiedono di ricorrere ad altri scostamenti di bilancio, ad altro deficit. Deficit che se servisse a sostituire le fondamenta marce dello Stato, nella Pubblica amministrazione, nella Sanità, nei Trasporti, solo per indicarne alcune, sapremmo che a fronte di un grande rischio potremo tuttavia contare in futuro, futuro che appartiene ai giovani, in un ritorno positivo. Ma non essendo questo il caso, il vero rischio è invece quello di avvitare il Paese in una pericolosa spirale finanziaria ed economica negativa che sarà molto, molto difficile invertire. Insomma nella maggioranza si sta cercando, usando un eufemismo, un’equa distribuzione delle responsabilità di uno sfacelo, invece di andare a disegnare e realizzare, magari con l’aiuto dell’opposizione, un progetto vero per il futuro della nazione. Se non è già questo un bilancio fallimentare, tale da implicare un passo indietro, viene da chiedersi cos’altro (di negativo) ci dobbiamo ancora aspettare. E non si dica che è tutta colpa del Covid.