di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Ciò che sta accadendo in Calabria ha un che di surreale. Come sappiamo la Regione, messa fra le “rosse” non tanto per il numero di contagi, basso, quanto per un sistema sanitario inadeguato e carente, è in una situazione molto difficile. Segnata dal Covid e dalle sue ripercussioni economiche, ad aggravare una crisi già annosa, e anche dalla perdita improvvisa della governatrice Jole Santelli, recentemente scomparsa. Ai vertici della sanità calabrese – commissariata da anni – si susseguono uomini di nomina governativa e fino a poco tempo fa il commissario era Saverio Cotticelli, ex generale dei Carabinieri in pensione, nominato nel 2018, al tempo del Conte Uno, scelto dall’allora capo del M5S Di Maio e dal ministro Grillo. Riconfermato solo pochi giorni fa, il 4 novembre, dal nuovo governo Conte, stavolta Due, che aveva anche aumentato i suoi poteri nel “decreto Calabria”, con il beneplacito del ministro Speranza. La sua figura di uomo dell’Arma faceva presupporre che si trattasse di un personaggio tutto d’un pezzo, capace di affrontare e risolvere una situazione che, già prima della pandemia, in Calabria era particolarmente compromessa. Invece il commissario, messo di fronte alle drammatiche lacune del sistema sanitario della Regione, del tutto impreparata ad affrontare la seconda ondata di Covid, solo due giorni dopo la sua riconferma, il 6 novembre, aveva candidamente confessato in diretta televisiva di non sapere di essere proprio lui il responsabile del piano Anti-Covid calabrese. Dopo una simile uscita, di portata inaudita, era arrivata la decisione del Governo di rimuoverlo, nominando al suo posto un nuovo commissario, stavolta esponente di Leu, il manager ospedaliero Giuseppe Zuccatelli. Nel frattempo l’ex commissario, per tentare di rimediare al danno fatto, ha affermato di aver rilasciato l’intervista incriminata in stato confusionale, alludendo persino alla possibilità di essere stato drogato prima della puntata. «Stiamo indagando», ha detto, per poi aggiungere «In Calabria se tocchi certi interessi devi essere eliminato». Le cose sono due e non sappiamo quale sia la meno grave: o si tratta di un caso di palese inadeguatezza da parte di un uomo delle istituzioni, oppure ci troviamo di fronte a un inquietante complotto, ai danni non solo dell’ex generale, ma anche della cittadinanza calabrese. Non solo: lo stesso neo-commissario Zuccatelli si è rivelato una figura piuttosto singolare, risultando essere un negazionista del Covid, manifestando i suoi dubbi sulla pericolosità della malattia tra l’altro anche in modo piuttosto colorito. Per poi difendersi, con una toppa peggiore del buco, affermando di aver espresso le sue opinioni in una sede privata, quindi, presumibilmente, in tutta sincerità, pensando di non essere ascoltato. In tutto questo grottesco bailamme che sta sconvolgendo la sanità calabrese e sta spaventando i cittadini di fronte all’inidoneità dei vertici nominati ad affrontare la pandemia, pare che Zuccatelli, difeso ad oltranza dal suo compagno di partito Speranza, non sarà sostituito. Sarebbe invece arrivato il momento di fare un passo indietro. Per entrambi.