Dpcm: giallo, arancione, rosso, si fa presto a cambiare colore. L’Alto Adige si è “vestito” di rosso prima che fosse troppo tardi, altre regioni rischiano. I Dpcm continuano solo a rincorrere il Covid

Hai voglia ad applaudire, come ha fatto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, la decisione “d’anticipo” dell’Alto Adige che ha scelto di mettersi in zona rossa autonomamente. Anche l’allarme lanciato dall’Ordine dei Medici, esagerato o meno che sia, con la richiesta di un lockdown immediato e per tutta Italia – altro che zone gialle, arancioni e rosse – è la dimostrazione che i Dpcm del Governo non riescono a superare la prova di qualche manciata di giorni. Il punto è sempre lo stesso: non solo la diffusione del virus e il rapporto tra tamponi e positivi, che resta invariato al 17%, ma il Sistema sanitario nazionale non all’altezza della situazione. Il presidente dell’Ordine, Filippo Anelli, ha detto che se entro un mese il trend epidemico non subirà un’inversione «ci troveremo in una situazione drammatica. Il sistema non reggerà una media di mille ricoveri al giorno e dovremo fare i conti con 10 mila decessi». Per l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattia infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, intervistato dal quotidiano Libero «in Italia si fa un uso politico di tutto. Il Covid è diventato una via di mezzo tra medicina e politica». Il punto è che «non bisogna farsi trovare impreparati. Servono più medici, più infermieri e un piano anti-pandemico che consenta di curare a casa i malati non gravissimi e di aumentare rapidamente i posti letto in ospedale». Non è solo colpa del Governo, sostiene Bassetti, è proprio «il sistema Italia che non aiuta, la burocrazia porta alla paralisi». Ma allora perché siamo ancora alle misure emergenziali e non alle riforme serie? Nel frattempo gli allarmi si rincorrono: sempre oggi l’Associazione dagli anestesisti rianimatori ospedalieri ha sentenziato che nel giro di una settimana raddoppieranno i ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva. Anche per loro il lockdown per tutto il Paese è l’unica soluzione. Oggi alle 15.00 hanno avuto luogo il Cts e la cabina di regia per individuare i passaggi «per portare una regione in fascia gialla, arancione o rossa. Queste soluzioni passano per dati che vanno controllati e verificati: potremo capire oggi quali regioni passeranno o meno a una fascia diversa», ha detto a Sky TG24 il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Le regioni che già adesso rischiano di finire – o avrebbero bisogno di finire – in rosso non sono poche: Campania, Toscana, Liguria, Veneto e Umbria. Insomma i Dpcm o mancano di lungimiranza o di coraggio.