Le regole dell’ultimo – si spera – dpcm entrano in vigore oggi fino al 3 dicembre. Gli ingressi e le uscite dei territori dai tre scenari (giallo, arancione, rosso) saranno decisi con ordinanza del ministero della Salute efficace per 15 giorni. Scatta per tutti il coprifuoco alle 22 e, da quell’ora, sarà necessario giustificare (con l’autocertificazione allegata al Dpcm del 24 ottobre) i propri spostamenti anche nei Comuni in zona gialla. I controlli verranno fatti a campione, chi non riuscirà a dimostrare il motivo indicato nell’autocertificazione sarà multato e denunciato. Anche dalle 5 del mattino alle 22 di sera ci saranno controlli con richiesta di autocertificazione. Nelle zone rosse è vietato ogni spostamenti in entrata e in uscita, anche all’interno del proprio comune, salvo per comprovate esigenze lavorative, di necessità o salute. Nelle zone arancioni, vietati gli spostamenti in entrata e in uscita da una regione all’altra, salvo per comprovati motivi di lavoro, studio, salute e necessità. Raccomandato evitare spostamenti non necessari nel corso della giornata all’interno del comune. Nelle zone gialle è vietato circolare dalle 22 alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di salute, lavoro, studio, necessità. Preferibile non spostarsi nell’arco della giornata, se non per esigenze di lavoro, studio, necessità. Nelle zone gialle e arancioni, chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, fatta eccezione per farmacie, parafarmacie, punti di vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole. Nelle zone rosse è prevista in generale la chiusura dei negozi, ad eccezione di supermercati, beni alimentari e di necessità. Restano aperte edicole, tabaccherie, parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri. Chiusi i centri estetici. È sempre consentito svolgere attività motoria in una zona rossa, ma nei pressi della propria abitazione e rispettando il distanziamento di almeno un metro da ogni altra persona e utilizzando la mascherina. Attività sportiva solo all’aperto e in forma individuale. Le pubbliche amministrazioni devono assicurare le più alte percentuali possibili di smart working, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e lo svolgimento del servizio erogato. In generale per lo smart working fino al 31 gennaio, per tutta la durata dello stato di emergenza, non serve più l’accordo individuale con l’azienda.