Gli interventi alla 52esima Giornata del Credito. Bankitalia: «Evitare che le perdite di capacità produttiva diventino permanenti»

Alla fine della pandemia l’Italia si ritroverà con un debito pubblico di dimensioni pari alla mastodonticità successiva alle guerre mondiali. A lanciare l’avvertimento è stato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, nel corso della 52esima Giornata del Credito. Un enorme fardello, quello del debito pubblico troppo elevato, ha ricordato Patuelli, che l’Italia si porta dietro già da tempo e la situazione può solo peggiorare. «Abbiamo bisogno – ha aggiunto – di maggiore spinta e resilienza per la ripresa. Confido molto che nella legge di bilancio 2021 ci sia una spinta alla ripresa per l’anno che va iniziare, che speriamo non sia la ripetizione identica dell’anno della pandemia». Daniele Franco, Direttore generale della Banca d’Italia ha invece parlato dei rischi sulla produttività, spiegando che il Paese, nell’affrontare la crisi deve «assolutamente evitare che le perdite di capacità produttiva che stiamo vedendo adesso diventino ancora una volta permanenti». «La ripresa – ha aggiunto – verrà soprattutto dalle imprese ma servono capacità progettuali di sistema e pubbliche amministrazioni tecnicamente più forti che sostengano il processo». Già nella serata di mercoledì il governatore di Bankitalia, intervento agli Stati generali delle pensioni ha lanciato un avvertimento sui rischi che corre la produttività italiana. Il numero uno di Palazzo Koch ha infatti detto che «un elemento di incertezza riguarda il tasso di crescita della produttività, che potrebbe risentire permanentemente della pandemia. Su di esso potrebbero influire la ridefinizione delle catene del valore, l’uscita dai mercati di imprese profittevoli ma illiquide e la scarsità di investimenti dovuta all’aumento dell’incertezza».