Il dibattito parlamentare evidenzia colpevoli ritardi e gravi carenze

Hanno iniziato Cgil, Cisl, Uil e Ugl, poi arriveranno le associazioni datoriali, comprese quelle dei settori maggiormente interessati dal provvedimento. Il decreto Ristori entra nel vivo del dibattito parlamentare con le audizioni, in videoconferenza, presso le commissioni riunite bilancio e finanze del Senato. Un provvedimento che, come ha rimarcato l’Ugl, già debole in partenza soltanto per coprire gli effetti negativi del dpcm del 24 ottobre, diventa ora assolutamente insufficiente alla luce delle nuove restrizioni che andranno in vigore dal 6 novembre. Per il ristoro delle imprese, il governo con questo provvedimento stanzia infatti appena 2,4 miliardi di euro, mentre sul versante degli ammortizzatori sociali e delle varie indennità si sale a 3,5 miliardi. In un caso e nell’altro, però, le risorse stanziate non rispondono alle effettive esigenze, senza dimenticare poi l’altro aspetto sollevato dal segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, quello della tempistica. Il premier Giuseppe Conte, illustrando il dpcm del 24 ottobre, aveva assicurato un sostegno immediato, con accreditamento del contributo a fondo perduto già dopo un paio di giorni. Il decreto legge è poi arrivato quasi una settimana dopo, ma del contributo, come pure delle indennità se ne parlerà, nella migliore delle ipotesi, nella seconda metà di novembre, salvo complicazioni burocratiche sempre all’ordine del giorno.