di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Oggi è una giornata storica per i Rider e per l’organizzazione sindacale che rappresento: entra in vigore il CCNL Rider, presentato il 15 settembre scorso e stipulato tra UGL e AssoDelivery. Giornata storica perché il contratto disciplina una categoria, quella dei ciclofattorini meglio conosciuti come Rider, che fino ad oggi non avevano né tutele né diritti. Fatto che è doveroso sottolineare alla luce degli attacchi verso uno strumento assolutamente legittimo, e nel solco della legge, e verso un’organizzazione sindacale, l’UGL, che ha fatto semplicemente il proprio mestiere. Entrando nel merito, va detto, prima di tutto, che il Ccnl Rider recepisce quanto stabilito dal Governo nel cosiddetto Decreto Rider, fissando un compenso minimo, pari a 10 euro per ora lavorata ovvero in base al tempo per svolgere ogni consegna. Inoltre i Rider avranno un’indennità per maltempo, festività, lavoro notturno e godranno di bonus per consegne effettuate, pari a 600 euro ogni 2.000. Previste anche dotazioni di sicurezza gratuite, obbligo di formazione e di copertura assicurativa, divieto di discriminazione, pari opportunità, rispetto della privacy e diritti sindacali. Riconosciuto anche un incentivo minimo orario di 7 euro nelle città di nuova apertura, dove il mercato non riesce da subito a garantire un numero sufficiente di ordini. Ci sono altri due aspetti molto importanti da sottolineare: gli stessi Rider, quelli veri, vogliono essere lavoratori autonomi, e non dipendenti, per poter scegliere quando, quanto, dove e come collaborare e anche, nel caso, non accettare una richiesta di consegna e, secondo, le parti datoriali hanno assunto l’impegno di avviare iniziative volte a contrastare il fenomeno del caporalato. Certo tutto è perfettibile e siamo disposti a migliorare il testo, ma rispediamo al mittente proteste e attacchi, perfino violenti, che non guardano al contenuto del Ccnl.
L’UGL da oggi ha aperto una nuova frontiera di diritti e di tutele nell’interesse dei Rider non solo in Italia, ma anche in Europa. Nessun altro obiettivo, l’UGL ha perseguito durante le trattative con AssoDelivery, se non quello di difendere gli interessi di lavoratori, fino ad oggi dimenticati, i quali da adesso vengono riconosciuti come titolari di diritti esigibili e di tutele fino a ieri negate. Può essere tutto ciò un male? Non lo è, non può esserlo se si guarda con uno sguardo limpido, senza incrostazioni ideologiche, il lavoro che è stato fatto da UGL e AssoDelivery. È quindi con dati di fatto e questioni di merito che oggi possono considerarmi assolutamente orgoglioso di aver firmato un contratto solido che conferisce dignità a lavoratori, i quali svolgono e svolgeranno ancora di più un servizio importante per tutti noi, in un contesto pericoloso come quello della pandemia e in vista di lockdown più o meno localizzati, più o meno soft, ai quali il Paese sta per andare incontro.