Il governo sottovaluta la tendenza in atto; già persi migliaia di posti

In attesa dei prossimi decreti del presidente del consiglio dei ministri, emerge chiaramente che larga parte del peso della mancata conciliazione dei tempi di vita e di lavoro continua a pesare sull’universo femminile. Secondo uno studio dei consulenti del lavoro, infatti, oltre la metà dei posti di lavoro al femminile sarebbe andato in fumo in questi mesi di emergenza Covid-19. Minore, viceversa, l’impatto sull’occupazione maschile, nell’ordine di qualche punto percentuale. E non è finita. Appena qualche giorno fa, un report dell’ufficio studi della Ugl evidenziava come potenzialmente si potrebbero contare milioni di posti di lavoro in meno, fino a 4,8 per effetto delle restrizioni imposte con Dpcm. Ancora una volta, i settori più colpiti sono proprio quelli dove vi è una forte presenza femminile, dalla ristorazione al turismo, passando per la cultura e lo sport. Il tutto mentre si annunciano ulteriori strette sul versante dei servizi alla persona e l’Inps ha via via stretto i cordoni delle agevolazioni sul versante del lavoro agile e dei congedi parentali in caso di assenza del figlio dalla scuola, sia in caso di positività che di isolamento precauzionale con didattica a distanza. Uno scenario drammatico per le donne al lavoro, a differenza di quanto accadde con la crisi del 2008-2009, durante la quale la ripresa fu trainata proprio dalla maggiore occupazione femminile.