L’Italia alle prese con una brusca impennata di nuovi positivi al Covid-19, pochi giorni per abbassare la curva epidemica, altrimenti sarà lockdown. L’appello di Arcuri agli italiani: «Muovetevi il meno possibile»

Non si arresta la crescita dell’epidemia di Covid-19 nel nostro Paese: ieri sono stati 26.831 i nuovi contagiati, 217 le vittime, del 13% il rapporto fra numero di positivi e totale dei tamponi eseguiti. La curva epidemica è in costante crescita da quattro settimane. Le Regioni nelle quali si riscontrano più casi restano Lombardia e Campania, ma è critica anche la situazione di Val d’Aosta, Liguria e Lazio. Rispetto alla scorsa primavera, stavolta il virus risulta diffuso su tutto il territorio nazionale, con un indice di contagio medio nel Paese superiore alla soglia critica di 1,5. Il commissario Arcuri nella conferenza stampa di ieri ha chiarito alcuni aspetti del contesto attuale, molto differente rispetto a quello di marzo, ma ugualmente preoccupante. Ha poi rivolto un appello agli italiani, invitandoli a limitare al massimo gli spostamenti ed ha descritto le nuove iniziative da realizzare per affrontare la seconda ondata: «Abbiamo in animo di aumentare ad almeno 200 mila la capacità quotidiana di tamponi e da lunedì faremo almeno altri 100 mila test molecolari rapidi antigenici, quindi sarà possibile uno screening di 300 mila italiani». Il problema, secondo Arcuri, stavolta non sarebbero tanto le terapie intensive, cresciute a 10.300 immediatamente attivabili, quanto il numero complessivo di posti letto disponibili negli ospedali. Su questo tema e sui fabbisogni di strumenti e dotazioni, come anche tamponi e test, la riunione operativa di ieri tra lo stesso Arcuri, il ministro Boccia e i presidenti delle Regioni. Restano pochi giorni per verificare se le restrizioni dell’ultimo Dpcm – con le misure ulteriori adottate da alcune Regioni – si riveleranno o meno sufficienti ad abbassare la curva dei contagi. In caso contrario l’Italia entrerebbe nello scenario 4, quello più critico, con una «situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo», ovvero con un numero di nuovi positivi, tra cui quelli bisognosi di cure, ricovero o terapia intensiva, tale da mettere in crisi il sistema sanitario. Uno scenario che imporrebbe un nuovo lockdown, stavolta probabilmente più leggero rispetto al primo, ma che comunque comporterebbe un pressoché totale blocco del Paese.