Sei nuove settimane che, però, potrebbero non aggiungersi alle altre

Nessuna nuova risorsa, ma soltanto un recupero di somme stanziate in precedenza e non impiegate con i precedenti decreti legge, dal Cura Italia al decreto Agosto. Del resto, la stessa Inps non ha fatto mistero del fatto che a fronte delle oltre 2,8 miliardi di ore di ammortizzatori sociali con causale Covid-19 autorizzate, l’effettivo tiraggio, vale a dire l’uso reale della integrazione salariale per sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, è stato finora di poco superiore al 42%. Il decreto Ristori prevede sei nuove settimane di cassa integrazione, cassa in deroga o assegno dei fondi di solidarietà. Come per il precedente provvedimento di agosto, però, vi è una sorpresa molto negativa. Il governo aveva sempre parlato di una copertura aggiuntiva fino al 31 gennaio 2021 che si sarebbe sommata alle diciotto settimane del decreto 104. Il testo, viceversa, azzera il contatore delle settimane per farlo ripartire dal 16 novembre, un meccanismo già adottato che però finisce per penalizzare le aziende che avevano atteso prima di avviare la cassa. Quindi, l’esecutivo ha pensato più al quadro generale che alle conseguenze immediate del dpcm del 24 ottobre, provvedimento che, come noto, ha colpito nello specifico le attività della ristorazione, del turismo, della cultura e dello sport con forti restrizioni d’orario, se non addirittura con la chiusura dell’attività commerciale.