Riparte, almeno sulla carta, il confronto su una previsione di legge ad hoc

Dall’Europa arriva l’assist per la ministra del lavoro, Nunzia Catalfo, per rilanciare la questione del salario minimo legale orario. In una lettera congiunta con l’omologa spagnola, Yolanda Diaz, la già presidente della commissione lavoro del Senato ritorna sull’argomento tanto a lei caro. Nella sostanza, l’emergenza Covid-19 ha fatto emergere, scrivono le due ministre, la fragilità dei sistemi di protezione sociale e di tutela del lavoro dei vari Paesi. Proseguendo, le due ministre evidenziano la necessità di superare una certa frammentazione, anche con il supporto della contrattazione collettiva che ha davanti delle sfide. Sempre nella giornata di ieri, anche la commissione europea ha rilanciato la questione. A questo punto, è possibile immaginare una ripartenza del confronto su base nazionale già nelle prossime settimane. La questione del salario minimo legale orario aveva animato i tavoli di confronto con i sindacati, dalla Cgil alla Ugl, e con le associazioni datoriali, tutti, o quasi, concordi a valorizzare l’aspetto della contrattazione collettiva. Il rischio è che, senza opportuni paletti, le imprese che vogliono operare in concorrenza sleale possono finire per adottare il salario minimo legale per tutti i dipendenti, arrivando magari a sottoscrivere intese individuali migliorative soltanto con una parte di essi. A pagarne le conseguenze, sarebbero le professionalità più basse.