Ancora nessuna parola sul tema dei temi, rispetto alla sanità: vale a dire la stabilizzazione delle migliaia di operatori, dai medici giovani agli infermieri, passando per tutto l’altro personale, in attesa ormai da tempo. In pieno lockdown, infatti, da più parti si è lodato l’impegno del personale che ha saputo mandare avanti un sistema entrato presto in crisi per l’impatto devastante, non previsto e, peraltro, difficile da prevedere fino in fondo del Covid-19. Turni massacranti, soprattutto in certe parti del Paese, e tutti a dire: dobbiamo stabilizzare i precari. Intanto, però, come fatto osservare dalla Ugl, sia a livello di confederazione che di federazione di categoria, nessun decreto legge aveva ancora rettificato la norma relativa al possesso dei titoli affinché potessero verificarsi le condizioni di legge per la stabilizzazione, con il risultato che l’’intera procedura avrebbe finito per escludere proprio coloro che maggiormente si erano impegnati nelle settimane più dure della pandemia. La modifica è successivamente arrivata, però ciò che continua a mancare è la volontà e le conseguenti risorsi economiche per questo passaggio. Del resto, anche il semplice ricorso al Mes, il fondo e famigerato fondo salva-Stati, potrebbe aiutare, in quanto le maggiori spese per il personale sono cosa diversa rispetto al rafforzamento della dotazione infrastrutturale. Insomma, parole e nessun fatto.