Conte ribadisce l’obiettivo del governo (evitare un lockdown generalizzato) mentre Renzi lo attacca: «Qualcosa non sta funzionando»

«Dobbiamo scongiurare un secondo lockdown generalizzato, per questo rimaniamo vigili e pronti a intervenire dove necessario». Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ribadendo un concetto espresso già nei giorni scorsi. Nel frattempo, però, la curva epidemica è in costante crescita e, secondo il parere di alcuni esperti, le misure introdotte potrebbero non bastare per invertire la tendenza, rendendo inevitabile un provvedimento più drastico. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, si è mosso già verso questa direzione, chiedendo all’esecutivo l’applicazione di un lockdown totale nella regione campana. La gestione governativa dell’emergenza sanitaria, però, sta sollevando qualche dubbio anche tra chi, invece, non dovrebbe averne. «Ognuno di noi sta dando il massimo ma dobbiamo anche dirci chiaramente che alcune cose non vanno», ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. «Penso ai drive in. È inaccettabile fare 8-10 ore di fila per un tampone su questo, come su altri aspetti, il governo deve lavorare duramente per dare risposte rapide e concrete ai cittadini», ha aggiunto l’ex capo politico del Movimento 5 stelle. «Vedremo se le decisioni prese», anche a livello locale, «sono sufficienti», ha detto il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, che nei giorni scorsi ha firmato l’ordinanza che impone il coprifuoco nel Lazio, a partire dalla mezzanotte di venerdì. Più duro, invece, il commento del leader di Italia viva, Matteo Renzi: «C’è qualcosa che non va nella gestione dell’emergenza. Penso che i problemi della seconda ondata derivino essenzialmente da quattro t: mancano tamponi rapidi, manca tracciabilità seria, mancano trasporti pubblici, dobbiamo avere più terapie intensive». «Chiederemo conto nelle sedi opportune di queste lacune», ha annunciato, ribadendo di essere favorevole al Mes, uno strumento che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il M5s non intendono utilizzare: «E siccome i soldi servono, insistere a rinunciare al Mes, mentre le persone non hanno tamponi o autobus per andare a scuola, smette di essere ideologia e inizia a essere masochismo».