A chiederle sono stati oltre cento scienziati e docenti universitari

Oltre cento scienziati e docenti universitari hanno scritto un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e a quello del Consiglio, Giuseppe Conte. Nella lettera, hanno chiesto «provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni» per provare a fermare la diffusione dei contagi da coronavirus. Secondo gli autori dell’appello, se non sarà arginata al più presto, la costante crescita dei casi potrebbe «produrre alcune centinaia di decessi al giorno», a partire dalle prossime settimane. Oltre ad esprimere la «più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia», gli accademici, tra cui figurano il rettore della Scuola normale superiore di Pisa, Luigi Ambrosio, e il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, hanno ricordato al capo dello Stato e al premier le stime del presidente dell’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi, secondo cui a metà novembre in Italia si potrebbero contare 500 morti al giorno. Gli autori dell’appello, tra questi ci sono anche economisti e giuristi, «il necessario contemperamento delle esigenze dell’economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell’articolo 32 della Carta costituzionale come inviolabile». Anche perché, hanno osservato gli accademici, tutte le attività economiche sarebbero comunque «inevitabilmente pregiudicate all’esito di un dilagare fuori controllo della pandemia che si protraesse per molti mesi».