Di notte coprifuoco, di giorno concorsone. In molte Regioni si deve osservare il coprifuoco, ma non si è fermato il mega concorso per la scuola con migliaia di partecipanti e la la decisione di non rinviarlo, nonostante l’impennata dei contagi, ha suscitato molte polemiche

L’hanno detto un po’ tutti, sindacati, partiti d’opposizione, persino diversi esponenti della maggioranza come il senatore Pd Francesco Verducci: «Non voler rinviare il concorso, ed ostinarsi a tenerlo in una situazione di escalation della pandemia è gravissimo. La Ministra si assume una responsabilità enorme». Eppure la Azzolina ha tirato dritto e il concorsone della scuola, per l’assegnazione di 32mila cattedre, oggi è iniziato. Iscritte a partecipare quasi 65 mila persone che da qui al prossimo 16 novembre, data finale delle prove del concorso, si muoveranno per lungo e per largo sul territorio nazionale per partecipare agli esami, nonostante la seconda ondata di Covid-19. Nelle varie sedi nelle quali si terranno le prove del concorso saranno rispettati i protocolli di sicurezza con la misurazione della temperatura, la mascherina obbligatoria, il distanziamento, ma, comunque, un simile evento, capace di mobilitare decine di migliaia di persone, stride con i provvedimenti restrittivi varati proprio in questi stessi giorni. Domani a mezzanotte scatterà, infatti, il coprifuoco nel Lazio, con il divieto di circolare, se non per validi motivi, dalle 24 fino alle 5 di mattina, con tanto di autocertificazione. Una misura che segue quelle già prese in Lombardia ed in Campania. L’ordinanza del Lazio, voluta dal presidente Zingaretti, prevede anche un 50% di didattica a distanza per gli studenti delle superiori, con l’esclusione di quelli del primo anno. Ancora più rigide le decisioni prese da Fontana, che prevedono, fra l’altro, un 100% di Dad per le scuole superiori. De Luca, in Campania, ha sospeso già da giorni la didattica in presenza, per tutti, compresi gli studenti delle primarie, quindi superiori, medie ed anche elementari. In questo contesto così difficile, risulta poco accorta la scelta del ministero dell’Istruzione di non posticipare il concorso, col rischio di mettere in pericolo la salute dei partecipanti, insegnanti precari che dopo aver girato mezza Italia, con gli inevitabili assembramenti, torneranno nelle loro classi.