Poche settimane al termine dello stop da Covid-19; migliaia i posti a rischio

Poco più di tre settimane a quella che gli inglesi chiamerebbero la dead-line, la linea della morte. Manca infatti poco tempo al termine del blocco dei licenziamenti, iniziato con il Cura Italia, proseguito con il decreto Rilancio e ribadito con il decreto Agosto. Attenzione, però, in quanto la scadenza di metà novembre riguarda soltanto uno dei paletti posti dal decreto-legge 104/2020, vale a dire quello riferito all’utilizzo delle diciotto settimane di ammortizzatore sociale con causale Covid-19 a decorrere dal 13 di luglio. È bene ricordare che, già oggi, i licenziamenti sono possibili, laddove, ad esempio, l’azienda abbia chiuso i battenti senza possibilità di riapertura o senza che vi sia in campo una ipotesi di ricorrere a strumenti di gestione riservati alle grandi imprese. Escludi dal blocco anche gli accordi collettivi con incentivo all’esodo, ma soltanto per coloro che si avviano al pensionamento. Davanti a questo scenario, la preoccupazione del sindacato è alta. Il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, ha ricordato gli 841mila posti di lavoro in meno, mentre Cgil, Cisl e Uil sembrano in attesa delle comunicazioni del ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, che, su questo punto e non solo, si pensi, in particolare, allo scottante tema delle previdenza, ha sopravanzato la collega al lavoro, Nunzia Catalfo, sempre più in difficoltà nel dare risposte definitive alle problematiche avanzate.