Quella del premier è una promessa difficile da mantenere, visti i continui scontri all’interno della maggioranza

«Il governo arriverà alla fine della legislatura», dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sostenendo che l’attuale esecutivo resterà a Palazzo Chigi fino al 2023. Una previsione difficile da azzeccare, specialmente considerando i continui scontri che caratterizzano i rapporti tra i partiti di maggioranza, rendendo incerta la convivenza tra Pd, M5s e Italia viva. Oggi può essere il Mes ad “accendere” il dibattito – a proposito: il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, s’è detto favorevole al suo utilizzo, allargando il fronte opposto a quello del premier che invece preferirebbe non usarlo. Domani, chissà: potrebbe essere un tema sul quale le forze di maggioranza potrebbero non trovare una sintesi, scatenando una crisi politica. Nel frattempo, il presidente del Consiglio ha annunciato che «ci sarà» una verifica per un patto di fine legislatura. Obiettivo: «Mettere a fuoco le priorità» del governo. Prima, però, il premier vuole concedere al Movimento 5 stelle la possibilità di svolgere gli Stati generali – «Credo sia opportuno consentire al Movimento di definire questo passaggio», ha detto ieri Conte in conferenza stampa –, che sono stati posticipati al 14-15 novembre per consentire agli organizzatori di «predisporre la modalità telematica», nel «rispetto delle norme igienico sanitarie e delle restrizioni», come ha annunciato dal reggente Vito Crimi con un post sul Blog delle stelle.