Il Dpcm con le nuove norme anti Covid è stato illustrato ieri sera dal Presidente del Consiglio: limiti a palestre e ristoranti, ma a bloccare la movida dovranno pensarci i Sindaci

Il decreto tanto atteso alla fine è arrivato ed è stato presentato ieri in tarda serata, dopo un’attesa di un paio d’ore, ormai di prassi, tra la fine del vertice a Palazzo Chigi e la conferenza stampa di Conte. Le nuove misure, volte a contenere la diffusione del Covid-19 e a bloccare i contagi in risalita, sono entrate subito in vigore e prevedono una stretta soprattutto per le attività di ristorazione e per quelle sportive, ma anche nuove norme per la scuola. I locali come bar, pub, ristoranti e simili dovranno, infatti, chiudere tra la mezzanotte e le cinque del mattino, entro le 18 terminerà invece la possibilità di consumare in piedi e scatteranno limiti più rigidi sul numero di persone ammesse nei locali e sulle tavolate, che dovranno essere al massimo di sei persone. Per lo sport, c’è lo stop alle attività dilettantistiche di contatto e una settimana di tempo per adeguare completamente palestre e piscine alle normative, pena una chiusura dell’intero settore. Nuove regole anche per la scuola con la possibilità di ingressi posticipati, turni pomeridiani o anche Dad, il tutto, però, riguardante solo gli studenti delle superiori. Tra le nuove disposizioni, hanno fatto discutere soprattutto quelle relative al contenimento della cosiddetta “movida”, ovvero gli assembramenti serali di giovani e non solo. Il governo ha disposto il blocco di fiere e sagre, con l’esclusione degli eventi di portata nazionale o internazionale, ma per il resto, per l’eventuale chiusura di strade e piazze troppo affollate e per l’introduzione del “coprifuoco” notturno, misure particolarmente impopolari, tutto è stato lasciato alla scelta dei Sindaci. Una decisione che è stata criticata in primis dall’Anci, che ha parlato di «scaricabarile» da parte dell’Esecutivo verso le amministrazioni comunali. Insomma, dal “dipenderà dai cittadini” al “dipenderà dai Comuni”, sembra che il governo sia in cerca di qualcuno a cui passare il cerino acceso di una pandemia in costante crescita e delle scelte compiute per contenerla.