L’Inps ribalta sé stessa sui casi di quarantena da contagio da Covid-19

Alla fine, tutto sembra risolversi in una questione di soldi, anche se, come ha fatto notare anche ieri il segretario generale della Ugl, Paolo Capone, in una intervista a Radio Vaticana, la partita sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro si gioca molto pure sulla crescita culturale che parte dalle scuole ed arriva ai datori di lavoro e ai loro dipendenti. Capita, così, che, proprio nella giornata dedicata alle vittime e agli invalidi del lavoro, l’Inps si produce in una inversione a 180 gradi, contraddicendo sé stessa: il lavoratore in quarantena da Covid-19 non è da considerarsi necessariamente in malattia e può quindi continuare a lavorare da casa come se nulla fosse. La decisione ribalta di fatto quanto prospettato a partire dal Cura Italia, che, come si ricorderà aveva provocato una levata di scudi da parte delle associazioni imprenditoriali che temevano numerose denunce da parte dei loro dipendenti, e comporterà un notevole risparmio di risorse per le casse dello Stato. Risorse che il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, continua però, giustamente, a chiedere per ridurre gli infortuni sul lavoro e per rendere più sicuri gli ambienti lavorativi. Non bisogna arretrare neanche davanti all’emergenza epidemiologica, ha insistito Mattarella, «perché la tutela della salute di chi lavora costituisce un bene primario su cui si misura la civiltà delle economie avanzate».