A breve il nuovo Dpcm: sport di contatto vietati, feste a numero ridotto, locali chiusi a mezzanotte. Le possibili nuove chiusure mettono a rischio la ripresa economica.

Entro stasera, in anticipo rispetto alla data prevista del 15 ottobre, dovrebbe essere varato il Dpcm con le nuove misure restrittive per il contenimento del contagio da Covid-19. Dalle indiscrezioni, ormai sempre più attendibili, sul contenuto del nuovo decreto, si apprende che all’interno della norma dovrebbe essere contenuto, oltre all’obbligo di mascherina anche all’aperto con la sola esclusione dei bambini sotto i 6 anni e degli sportivi in attività, già in vigore da qualche giorno, anche il potenziamento del ricorso allo smart working nella pubblica amministrazione, esteso al 70% del personale la cui attività è realizzabile anche da remoto. Nuove strette anche per bar e ristoranti: dopo le 21 sarà vietata la vendita di bevande o alimenti da consumare fuori dai locali, mentre dopo le 23 o 24, l’orario ancora non è certo, si dovranno tassativamente chiudere gli esercizi. Saranno vietati gli sport di contatto, come calcetto, pallavolo e basket, ci saranno ulteriori limitazioni per gli eventi pubblici, sportivi e culturali, e anche per quelli privati. Le cerimonie dovranno avere un numero massimo di invitati, la soglia per i matrimoni dovrebbe essere, ad esempio, di 30 persone. L’Italia, quindi, come Cenerentola: la festa finisce entro mezzanotte. Ma il Paese, purtroppo, resta una Cenerentola anche dal punto di vista economico. Il clima di incertezza, la possibilità di nuovi lockdown, anche non generalizzati, ma limitati a singole zone, contribuisce a creare preoccupazione e sfiducia, con effetti sugli investimenti di famiglie e imprese, mettendo a rischio la ripresa. «Le prospettive restano molto incerte» secondo la Banca d’Italia, ascoltata nell’audizione sulla nota di aggiornamento al Def. Ed è della stessa opinione anche l’Ufficio Parlamentare di Bilancio: «Se si rendessero necessarie restrizioni mirate alle attività produttive e agli spostamenti ne deriverebbero comunque conseguenze non trascurabili sia sul ciclo economico sia sulla struttura produttiva, già colpita dalla passata recessione». Tra pandemia e Dpcm, al netto del coprifuoco governativo, comunque c’è ben poco da festeggiare.