Gli effetti dello stato d’emergenza sul mondo del lavoro: con la proroga, prosegue lo smart working semplificato e restano i protocolli anti Covid in azienda, ma non sono prorogati automaticamente Cig e divieto di licenziamento

È quasi certo il fatto che lo stato d’emergenza, introdotto dal governo lo scorso 31 gennaio per fronteggiare la pandemia da Coronavirus, sarà ulteriormente prorogato fino, almeno, alla fine di gennaio del 2021 e la proroga avrà conseguenze rilevanti anche nel mondo del lavoro. Il primo effetto immediato riguarda la disciplina semplificata per usufruire dello smart working. Normalmente, infatti, per poter lavorare da remoto sono necessari specifici accordi individuali fra dipendente e datore di lavoro. Adesso, invece, data l’eccezionalità della situazione, al fine di promuovere lo smart working per limitare contatti e contagi, tutto questo non è richiesto, tanto che milioni di persone, circa quattro, ancora oggi stanno lavorando da casa, compresi molti dipendenti della pubblica amministrazione, il 50% di quelli che svolgono mansioni realizzabili anche da remoto. La proroga avrà quindi un impatto significativo sui lavoratori direttamente interessati, ma anche sulla vita sociale ed economica delle nostre città, trasformate dall’assenza di lavoratori e pendolari. Se è vero che probabilmente questa modalità resterà diffusa anche una volta passata l’emergenza, è anche vero che non lo sarà in questa forma così capillare e massiccia. Invece, maggiore sarà la durata dello stato d’emergenza, più significativi saranno gli effetti sull’indotto che ruota attorno agli uffici ora sostanzialmente vuoti. Lo stato di emergenza epidemiologica, poi, determina per le aziende l’obbligo di rispettare nei luoghi di lavoro i protocolli anti-Covid e quindi le regole stabilite dalla legge sulla base dei criteri fissati da medici ed esperti. Non sono, invece, direttamente collegati alla proclamazione dello stato d’emergenza gli altri provvedimenti relativi al mondo del lavoro presi in questi mesi dal governo, in particolare quelli relativi al divieto di licenziamento ed all’introduzione della Cassa Covid: queste misure, se non saranno rinnovate, andranno a scadenza nelle date già stabilite.