Scintille Trump-Biden nel primo dibattito televisivo. Duro faccia a faccia tra i due candidati alla Casa Bianca, uno dei più “caotici” di sempre secondo molti commentatori

I primi sondaggi post-dibattito premiano Joe Biden, ma non sono pochi i commentatori che considerano quello di stanotte “un pareggio” tra i due pretendenti alla Casa Bianca. Con il presidente repubblicano in carica, Donald Trump, che ha giocato la sua partita all’attacco, come da attese della vigilia. Il risultato finale, però, è stato piuttosto deludente (un giudizio che sembra accomunare i principali quotidiani e analisti, al di là della loro vicinanza politica). In sostanza, il dibattito andato in scena a Cleveland e moderato dal giornalista Chris Wallace, è stato definito da più parti “caotico” a causa delle continue interruzioni dei candidati, noncuranti del rispetto delle regole (non sono mancati persino gli insulti reciproci di tanto in tanto) sebbene i temi trattati – dalla gestione della pandemia all’economia, passando per la Corte Suprema fino alle tensioni razziali e le violenze nelle città – potessero prevedere un maggiore rigore. Biden ha accusato Trump di non essere stato fin qui in grado di contenere i problemi legati alla diffusione del nuovo coronavirus, in risposta il presidente ha sottolineato che l’intenzione dell’ex vicepresidente sarebbe quella di tenere chiuso il paese fino alle elezioni. Trump è poi tornato ad esprimere forti perplessità sul voto per corrispondenza, sostenendo che già ci sono brogli nei primi voti che vengono spediti in questi giorni. Scintille anche quando si è parlato delle proteste anti-razziali. Sulla Corte Suprema, invece, il presidente ha rivendicato il diritto alla nomina del giudice Amy Coney Barrett, in sostituzione di Ruth Bader Ginsburg, morta il 18 settembre: «Abbiamo vinto le elezioni e abbiamo il diritto, sarà un giudice incredibile». Messo all’angolo sull’argomento («Sei una marionetta in mano alla sinistra radicale»), Biden si è visto costretto a prendere le distanze da alcune delle proposte proprio della sinistra, in particolare quando si è dissociato dal Green New Deal. Una mossa chiara, che tende a convincere la porzione di elettorato moderata e che però potrebbe scatenare reazioni nell’ala più estrema del Partito democratico. I prossimi dibattiti si terranno il 15 e il 22 ottobre. Tra pochi giorni, il 7 ottobre, occhi puntati invece sui vice Mike Pence e Kamala Harris.