Inps e governo sotto accusa per i ritardi accumulati in questi mesi

Da una parte le polemiche sui compensi del presidente, del consiglio di amministrazione, ma anche dei direttori generali; dall’altra i numeri impietosi sulla mancata erogazione degli ammortizzatori sociali; il tutto, mentre si addensano nubi fosche sulla riforma previdenziale. Insomma, non è un bel momento per l’Inps che paga colpe proprie, come pure l’incapacità del governo di gestire l’emergenza Covid-19. Sono soprattutto i numeri sui mancati pagamenti della cassa integrazione a sconvolgere, considerando che siamo ormai ad ottobre e le procedure sono state avviate a marzo. Secondo le stime del presidente del Civ, Guglielmo Loy, sarebbero almeno mezzo milione i lavoratori che vantano un credito nei confronti dell’Inps, con un arretrato importante che sta lasciando tante famiglie senza un sostegno al reddito. Addirittura 30mila lavoratori non avrebbero percepito ancora alcun assegno da marzo, una situazione assolutamente inqualificabile che chiama direttamente in causa l’esecutivo, in particolare il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, che non ha dato seguito alle promesse della sua collega al lavoro e alle politiche sociali, Nunzia Catalfo, sulle garanzie dello Stato sulle anticipazioni bancarie della cassa integrazione. Come si ricorderà, i sindacati confederali, dalla Cgil alla Ugl, e le associazioni datoriali avevano sottoscritto un accordo con l’Abi per le anticipazioni bancarie che, però, non è mai decollato.