Lo scontro tra i Paesi di Visegrad e i “frugali” rischia di allungare i tempi

 

Qualche problema con il Recovery Fund c’è, eccome, e il rischio è l’andare in tilt. A chi dobbiamo dare retta? Al presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, che oggi in un’intervista a  Il Fatto Quotidiano difende l’operato del Governo italiano? L’Italia, sostiene l’esponente Pd, non sarebbe assolutamente in ritardo perché «dalle informazioni che arrivano tutti i Paesi sono ai blocchi di partenza…tutti stanno lavorando e alcuni Paesi hanno già annunciato che concluderanno il loro lavoro ad anno nuovo». Nel sottolineare che «proprio ieri è arrivata la buona notizia di una proposta della presidenza tedesca per inserire alcune clausole sul rispetto dello Stato di diritto», si è detto «fiducioso che il negoziato si concluda presto», nonostante «non sarà facile districarsi tra atti legislativi e ratifiche dei Parlamenti nazionali». Oppure dobbiamo dare ragione al ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola, intervistato da Repubblica? Diversamente da Sassoli, Amendola sostiene che «si è aperto uno scontro tra Paesi di Visegrad, come la Polonia e l’Ungheria, che non vogliono interferenze o condizionalità sullo Stato di diritto (ovvero sul funzionamento delle istituzioni del Paese, inclusi problemi con il sistema elettorale, l’indipendenza del potere giudiziario e il rispetto per i diritti e le libertà civili), e i cosiddetti “frugali” che spingono perché lo stato di diritto sia irrinunciabile per accedere ai fondi». Sempre colpa dei “frugali”. Ma anche l’Italia, ci ha messo del suo affermando che «l’articolo 7 e le procedure sullo Stato di diritto sono fondamentali». «Rischiamo di finire in una strettoia – ha sottolineato Amendola – che allunga i tempi del Recovery», «se la discussione continua così, con questi toni e con minacce di veto si potrebbe bloccare tutto». Ma in Italia, come scrive oggi Il Messaggero, ci siamo già fermati, siamo una volta tanto in anticipo. La Commissione Bilancio è impegnata a preparare la relazione da presentare all’Assemblea proprio sul Recovery, le altre Commissioni sono impegnate in audizioni, comprese quelle dei ministri sempre sul Recovery. In Senato sta arrivando il Dl Agosto. Sulla Legge elettorale convocazioni ancora non pervenute, riforma del processo penale e Anm (solo audizioni), riforma dell’assegno di divorzio (ferma dal luglio dello scorso anno) e superamento del numero chiuso a Medicina scomparsi nel nulla.

In chi dobbiamo sperare o credere: Sassoli o Amendola?