Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, difende il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ma non può non ammettere alcune “colpe”. «Il presidente Inps Tridico, all’atto dell’insediamento, prendeva emolumenti molto inferiori rispetto al suo predecessore», ha osservato il premier, difendendo, durante una conferenza stampa a margine dell’incontro con la presidente della Confederazione svizzera Simonetta Sommaruga, la scelta del governo di aumentare lo stipendio a Tridico, nel pieno dell’emergenza sanitaria, con centinaia di migliaia di italiani in difficoltà, molti dei quali non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione. Conte ha fornito una versione dei fatti, spiegando che «c’è stato un riassetto dei vertici dell’Inps e credo dell’Inail, sono stati insediati dei cda, e a quel punto, su base di procedimenti legislativi e regolamentari, è stato necessario adeguare gli emolumenti del presidente dell’Inps» che «ancora oggi», ha aggiunto, «risulta in linea o inferiore a quelli dei vertici di istituti paragonabili». Fin qui la difesa, poi “l’ammissione di colpa”: «Ci sono cittadini italiani che ancora aspettano la cassa integrazione. Su questo il presidente dell’Inps, tutti i lavoratori Inps e coloro che hanno un ruolo, io per primo, dobbiamo lavorare giorno e notte».