di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

C’è un’altra interessante novità che riguarda l’Unione Generale del Lavoro, che noi orgogliosamente definiamo “l’altro sindacato” non solo perché ha una sua visione originale e distintiva, anche a costo di qualche malumore tra le altre sigle, ma anche perché ha il coraggio di percorrere strade nuove, sempre al fine di offrire maggiori e migliori tutele ai lavoratori. La novità è che oggi il nostro sindacato si è fatto più grande e ancora più rappresentativo delle diverse componenti che costituiscono il mondo del lavoro italiano. È nata, infatti, Ana Ugl, la rappresentanza che all’interno della nostra associazione riunisce una categoria di lavoratori che finora non aveva trovato spazio nel mondo sindacale confederale, ovvero gli ambulanti, gli operatori commerciali dei mercati, delle fiere e delle sagre. Questa nuova componente dell’Ugl nasce da un’affiliazione dell’Ana, Associazione Nazionale Ambulanti, al nostro sindacato. Il punto d’arrivo di una collaborazione che va avanti da anni, grazie anche alla comune battaglia contro norme penalizzanti per il settore, a partire dalla “famigerata” direttiva Bolkenstein, nata nel nome di un’internazionalizzazione dei mercati improntata all’ultraliberismo, vicina agli interessi dei grandi gruppi sovranazionali e poco attenta ai bisogni di lavoratori, consumatori e comunità nazionali, contro la quale il nostro sindacato si è battuto sin dall’inizio, intuendone tutte le implicazioni negative per il nostro commercio, per l’occupazione e in generale per il benessere della nostra popolazione. Non solo la Bolkenstein, però: da sempre c’è troppa poca attenzione e tutela nei confronti di un settore, come quello degli ambulanti e degli operatori fieristici italiani, importante per la nostra economia e messo in crisi anche dalla concorrenza sleale di molti irregolari. Un settore che contribuisce – o almeno contribuiva prima della pandemia – al Pil Italiano per circa il 2,4%, che occupa circa 180mila lavoratori, con un indotto che coinvolge più o meno 500mila persone. Un comparto, quindi, significativo, eppure spesso dimenticato se non bistrattato. Trascurato anche dal governo, al momento della definizione delle misure economiche e sociali volte a ridimensionare gli effetti più devastanti del blocco delle attività nel periodo del lockdown, con danni significativi a molti lavoratori, trovatisi nell’impossibilità di portare avanti la propria professione e per di più senza aiuti adeguati. Una dimenticanza forse anche dovuta al fatto che, fino ad oggi, il settore degli ambulanti e degli operatori fieristici non era inserito all’interno del mondo confederale. Ora, speriamo che grazie a questa nuova associazione con l’Ugl le cose possano cambiare e che le istanze di questi lavoratori possano essere maggiormente ascoltate, sia a livello locale che nazionale. Ci impegneremo per questo e siamo certi che questa sarà una collaborazione utile non solo a questa categoria, ma tutto il mondo del lavoro e alla società italiana, nello spirito della coesione sociale e della collaborazione nazionale che da sempre ci contraddistingue.