Il piano Dadone per cambiare la pubblica amministrazione è aleatorio

Le idee ci sono pure, quello che non è chiaro, almeno in questo momento, è la tempistica in cui tutto ciò si dovrebbe realizzare. La ministra della funzione pubblica, Fabiana Dadone, interrogata sui programmi sul dicastero da lei guidato ha messo in fila una serie di progetti sicuramente molto interessanti, ma altrettanto aleatori sotto il profilo dei tempi di applicazione e sulle risorse che dovrebbero arrivare, anche in questo caso, dal recovery fund. Fra le varie proposte, la creazione di 150 poli territoriali avanzati per lo svolgimento delle procedure concorsuali e soprattutto un grande piano formativo per oltre tre milioni di dipendenti pubblici al fine di rafforzare le competenze informatiche, necessarie anche per ottimizzare il cosiddetto lavoro agile. Su quest’ultimo punto, però, si osserva come l’agenda digitale per la pubblica amministrazione, lo strumento programmatorio principale, aggiornato soltanto nel marzo scorso, non cita mai lo smart working.