Continua la risalita delle vendite italiane verso l’estero, con segni “più” sia per l’export extra-Ue che per quello verso i Paesi europei. In positivo anche il confronto trimestrale, mentre rimane in territorio negativo quello annuo. Nel dettaglio, le rilevazioni dell’Istat mostrano un aumento mensile delle esportazioni italiane del 5,7% (+7,6% per le vendite verso i mercati extra-Ue e +3,9% per quelle verso l’Ue) e dalla tabella relativa alle vendite dei raggruppamenti principali di industrie si può osservare che per i beni di consumo si è registrato un +7%, per gli strumentali un +5,6%, mentre per gli intermedi un +3,2%, con una crescita molto più marcata per l’energia, con un +28%. Dall’andamento trimestrale si nota invece come per i beni di consumo non durevoli e per i beni intermedi si registrino ancora segni “meno” (-0,1% e -0,3%), mentre per gli altri raggruppamenti principali di industrie la variazione è stata positiva: +26,1% per i beni di consumo durevoli e +14,9% per i beni strumentali. In questo caso male l’energia, che registra un calo delle vendite di 38 punti. «A luglio 2020 – spiega poi l’Istat -, l’export registra un ulteriore ridimensionamento del calo tendenziale (-7,3%; era -12,1% a giugno); la flessione è più ampia verso l’area extra Ue (-8,1%) rispetto a quella Ue (-6,4%)». A parte quello che ha interessato l’energia (-46,7%), su base annua il calo maggiore si è osservato per i beni intermedi, con un -9,8%. A determinare l’andamento tendenziale sono state le contrazioni i che hanno riguardato le vendite verso Spagna (-16,4%), Germania (-5,3%), Francia (-6,1%), Stati Uniti (-5,4%), Regno Unito (-9,5%), paesi OPEC (-12,8%) e Svizzera (-6,3%), mentre sono aumentate quelle verso Belgio (+15,6%) e Cina (+14,0%).