La presidente della Commissione conferma i suoi piani per l’Europa. I soldi del Recovery Fund e le condizioni di Von der Leyen: ambiente, digitalizzazione, famiglie arcobaleno e redistribuzione dei migranti

Se il Covid-19 e poi soprattutto le sue conseguenze economiche e sociali sono stati devastanti per l’Europa – e non solo – costringendo persino le istituzioni Ue a modificare parzialmente il proprio modus operandi, non si può, però, certo dire che il nuovo scenario abbia portato ad altrettanto radicali trasformazioni nella visione e nella strategia della Commissione europea sul futuro dell’Unione. Al di là dell’enfasi su alcuni temi, oltre alle misure economiche emergenziali – a partire dallo stanziamento dei fondi straordinari – che del resto, data la situazione, erano inevitabili, il Progetto Ursula, ovvero il discorso sullo Stato dell’Unione della presidente della Commissione Von der Leyen, nella sostanza è stato piuttosto simile a quanto dichiarato già al momento della candidatura della politica tedesca al vertice delle istituzioni europee, avvenuto un anno e una pandemia fa. Il Green deal, ma manca la concretezza verso progetti che consentano all’Europa di avere un’economia più verde senza soccombere alla concorrenza di altri Paesi meno attenti all’ambiente; la digitalizzazione, altra cosa necessaria, ma che coincide quasi sempre con identità digitale e pagamenti elettronici e quasi mai con un’equa tassazione per i giganti del web. Verso questi due ambiti andrà una parte consistente del Recovery Fund. Poi il salario minimo, argomento spinoso date le forti differenze in termini di costo della vita e tassazione del lavoro e della produzione fra i Paesi europei. I temi etici e relativi alla famiglia, con una particolare attenzione verso quelle “arcobaleno”: «I soldi del Bilancio europeo e Next Generation Eu siano spesi con le garanzie sullo stato di diritto. Questo non è negoziabile», così la Von der Leyen. Poi la redistribuzione dei migranti a suon di carota – ovvero fondi – per chi si renda disponibile ad accogliere e bastone – ossia multe – per chi provi a chiedere una complessiva riforma del sistema di difesa delle frontiere europee, che parta da un superamento delle regole di Dublino, ma che cerchi anche di impedire a monte il flusso costante di immigrati verso l’Europa. Insomma, un film già visto e soprattutto neanche troppo piacevole.