Le discussioni tra Pd e M5s non preoccupano il ministro degli Esteri, ma il rischio di una frattura è sempre dietro l’angolo

L’ex capo politico del M5s, Luigi Di Maio, sprizza ottimismo. Le continue divergenze con il Pd, principale alleato all’interno della maggioranza, non lo preoccupano minimamente, perché «una sintesi con il Pd sul Mes, il Reddito di cittadinanza e quota 100» si troverà «sempre», ha spiegato ad Agorà su RaiTre. Come mai tanta fiducia? «Perché in un momento così non ci si può mettere a litigare», ha detto, ammettendo che i diversi punti di vista rischiano di destabilizzare definitivamente la tenuta del governo, a brevissimo chiamato ad affrontare sfide molto importanti, come il Recovery Fund e il Mes. Un appunto sul Mes, che rischia di rappresentare un motivo di scontro durissimo tra Pd e M5s, rispettivamente favorevole e contrario al suo utilizzo: oggi il premier Giuseppe Conte non ha escluso che l’Italia possa farvi ricorso. «Valuterò da buon padre di famiglia», ha detto, ribadendo che la priorità, adesso, è il Recovery Fund. Di priorità, ha parlato anche il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti. «Tutta questa discussione su patti, non patti, rimpasti la trovo abbastanza surreale. Buttiamoci nella campagna elettorale, piuttosto: in gioco, c’è la vita di milioni di persone», ha detto a Rtl 102.5, commentando le indiscrezioni che lo vorrebbero a Palazzo Chigi, come ministro, in caso di sconfitta del Pd alle Regionali, in modo da rafforzare la posizione dei democratici all’interno dell’esecutivo e del governo stesso.