di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In questi giorni è accaduto qualcosa di significativo nel Vecchio Continente: è nata, infatti, in Spagna, una nuova organizzazione sindacale, Solidaridad. Una sigla, ed è questa la clamorosa novità, che si colloca – come la nostra – nell’alveo dei valori del sindacalismo nazionale. Per noi dell’Ugl si tratta di un evento importantissimo. Non solo perché questa nuova associazione permetterà ai moltissimi lavoratori spagnoli che non si riconoscono nelle altre organizzazioni di trovare finalmente una “casa” per poter così difendere i propri diritti e portare avanti le proprie idee; di questo siamo certamente felici per la Spagna e per i suoi cittadini. C’è, però, molto di più: finalmente, dopo “settant’anni di solitudine”, difficili, ma forse proprio per questo ancor più memorabili, l’Ugl non sarà più l’unico sindacato “di destra” in Europa e nel mondo come siamo invece stati finora. Questa nuova presenza che si è appena affacciata sullo scenario sindacale e politico, destinata a rappresentare tanta parte del mondo del lavoro e più in generale della cittadinanza spagnola, significa per noi avere un nuovo alleato, con idee e valori simili, assieme al quale portare avanti progetti e proposte verso un lungo e duraturo percorso di battaglie – e vittorie – comuni. Nell’interesse non di una parte, ma di tutti i lavoratori e i cittadini. Italiani, spagnoli, europei. Perché la visione che anima l’Ugl come Solidaridad è l’unica in grado di offrire soluzioni adeguate ai problemi posti dalla globalizzazione ultraliberista, che si è affermata negli ultimi anni, ma che è, a causa delle proprie criticità intrinseche, inevitabilmente prossima al capolinea. La mondializzazione, lo strapotere economico della finanza internazionale, capace di condizionare Stati e governi, le politiche conseguenti, basate sullo smantellamento dello Stato sociale, sull’internazionalizzazione dei commerci al di sopra di ogni regola e a scapito dei sistemi produttivi nazionali, le delocalizzazioni, lo sradicamento dei lavoratori, le migrazioni incontrollate, con la conseguenza della regressione dei diritti e delle tutele faticosamente conquistate. Questa è stata la storia degli ultimi anni. Le risposte offerte dalle altre organizzazioni sindacali rispetto a questa situazione – di cui hanno sofferto essenzialmente le classi lavoratrici, gli operai, i dipendenti, i piccoli commercianti, artigiani e imprenditori – sono state palesemente inadeguate. Al contrario, le idee e le proposte del sindacalismo nazionale – antiche, ma sempre attuali – si sono mostrate più efficaci e adeguate che mai, mostrando la loro giustezza anche nello scenario economico e sociale contemporaneo. Finalmente queste idee hanno trovato uno spazio anche in Spagna e a breve, ne siamo certi, lo stesso accadrà nel resto d’Europa, dato che i problemi e i bisogni sono gli stessi. Siamo orgogliosi di essere stati un modello da seguire: superamento della lotta di classe verso un’alleanza fra produttori, nel rigoroso rispetto dei diritti dei lavoratori e con l’obiettivo della partecipazione alla gestione delle imprese, difesa della produzione nazionale e del modello sociale europeo.