Forti criticità soprattutto alle superiori; personale Ata in sofferenza

La scuola è ripartita, e questo è sicuramente un bene per tutto il Paese, però le incognite rimangono ancora tantissime ad iniziare dalle decine di migliaia di posti vacanti fra il personale docente e non solo. Stime è difficile farne: il rischio è quello di moltiplicare per due o tre il dato, in quanto si incrociano fonti diverse. Non si rischia di esagerare, comunque, se si afferma che potrebbero mancare almeno 150mila docenti. È vero che l’avvio dell’anno scolastico è sempre molto complesso, ma quest’anno si intrecciano tanti fattori, dal distanziamento ai lavoratori fragili, che stanno rendendo difficile la quadratura del cerchio. Di fatto, tutto il sistema appare bloccato, cosa peraltro ampiamente previsto dalle sigle sindacali di categoria, dalla Cgil alla Ugl, che avevano abbondantemente messo in preventivo quello che sarebbe successo. La situazione più critica, probabilmente, è nelle scuole superiori, dove è anche più difficile far rispettare il distanziamento fuori e dentro il plesso. Molti istituti si stanno orientando su di un orario ridotto molto prolungato, in diversi casi non più di tre ore quotidiane addirittura fino alla fine di ottobre, in attesa di far partire la didattica a distanza che, come specifica il ministero stesso, deve essere considerata integrata e non occasionale. Certo rimane sempre il problema di chi svolge materialmente la lezione. Manca anche il personale Ata.