Secondo l’opposizione, la ministra avrebbe dovuto gestire meglio la scuola durante l’emergenza sanitaria

Al Senato, la Lega ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. La mossa era stata annunciata nei giorni scorsi dal leader leghista, Matteo Salvini, trovando il sostegno degli alleati di centrodestra: Fratelli d’Italia (Giorgia Meloni: «Il governo si è mosso male e tardi») e Forza Italia (Anna Maria Bernini: «Il governo paga il virus dell’improvvisazione e dell’inefficienza»). Alla ministra la Lega, e con lei il resto dell’opposizione, contesta la gestione «disastrosa» della scuola durante l’emergenza sanitaria, accusandola di aver «perso molti mesi preziosi in chiacchiere, senza fornire alcuna certezza sul proprio destino a 8 milioni di studenti». Le scuole hanno riaperto, è vero. I problemi da risolvere, però, sono ancora molti, a partire proprio dalla fornitura dei nuovi banchi voluti dalla ministra e ritenuti indispensabili per garantire la sicurezza di studenti, insegnanti e operatori scolastici: dopo aver promesso i nuovi banchi a tutte le scuole per il 14 settembre, il governo ha assicurato che le consegne finiranno entro la fine di ottobre. Vedremo. «Servono risposte immediate, non c’è più tempo», conclude la Lega. Che vuole fare luce anche su un presunto reato di plagio e di violazione del diritto d’autore che la ministra avrebbe commesso, scrivendo la tesi, quando era studentessa. Perché la mozione è stata presentata in Senato? Per un valido motivo: a palazzo Madama la maggioranza è più risicata rispetto alla Camera: circa dieci senatori in più rispetto alla soglia minima di 160. Adesso la mozione dovrà essere calendarizzata dalla conferenza dei capigruppo del Senato, anche se novità rilevanti non sono attese nelle prossime ore: l’attività parlamentare è ridotta a causa delle Regionali e del referendum per il taglio dei parlamentari. Dura la reazione dalla maggioranza: «La mozione di sfiducia è incredibilmente strumentale», ha commentato il capogruppo del Partito democratico in Senato, Andrea Marcucci.