Pur ribadendo di essere favorevole, il leader della Lega Matteo Salvini ha osservato che «il solo taglio non risolve i problemi dell’Italia»

 Ormai mancano una manciata di giorni al referendum per il taglio dei parlamentari. Si vota il 20 e il 21 settembre (in alcune regioni – in sei, precisamente: Puglia, Liguria, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Campania – si vota anche per il rinnovo del consiglio e la presidenza regionale) e i leader dei partiti stanno rilasciando le ultime dichiarazioni. «È una riforma che rilancia il Paese, lo modernizza, lo rende competitivo, lo riallinea agli standard europei», ha osservato su Facebook l’ex capo politico del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, sottolineando che si tratta di «una riforma votata da tutte le forze politiche». Una mezza verità: se è vero che tutti i grandi partiti hanno dichiarato che voteranno “sì”, è altrettanto vero che alcuni di questi – si veda il Partito democratico – hanno cambiato posizione all’ultimo per ragioni di convenienza politica. Chi invece ha rivendicato la propria coerenza è stato il leader della Lega Matteo Salvini: «In Parlamento abbiamo votato per quattro volte “sì” e non cambio idea all’ultimo per interessi di bottega come un Renzi qualsiasi», ha detto a La Nazione, osservando, però, «che il solo taglio non risolve i problemi dell’Italia, ma il Parlamento può lavorare bene anche con meno parlamentari».