La ministra Catalfo apre a Quota 41, ma non appare sufficiente

Mercoledì riparte il confronto sulle pensioni. La ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha confermato il doppio appuntamento con le sigle confederali, dalla Cgil alla Ugl, passando per specifiche categorie del pubblico impiego e per i dirigenti, dopo l’approccio dei primi giorni di settembre. La partita rimane complessa, anche se, oggettivamente, i margini di intervento, anche sotto il profilo temporale, ci sono, visto che Quota 100 andrà in scadenza soltanto a dicembre del 2021. È altrettanto, evidente, però, che occorre attivarsi da subito, pure se rimane la grande incognita rappresentata dal convitato di pietra, rappresentato dal ministero dell’economia, Roberto Gualtieri, nume tutelare dei conti pubblici. La ministra Catalfo ha più volte rassicurato sulla volontà di dare flessibilità al sistema, il come però non è ancora chiaro. Su un punto tutti sono d’accordo, compresa la minoranza parlamentare: l’ipotesi di introdurre la cosiddetta Quota 41, laddove il numero va ad indicare l’anzianità contributiva, una proposta che peraltro era contenuta anche nel programma del centrodestra, con la Lega, in particolare, a sostenerla con forza. Quota 41, comunque, sarebbe soltanto un tassello, fondamentale, ma non decisivo, considerando che negli anni, soprattutto a partire dal pacchetto Treu del 1996 e del 1997, le carriere professionali sono diventate sempre più precarie e frammentarie.