di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Si sono riaperte, dopo sei mesi, le porte degli istituti scolastici italiani. Una buona notizia, prima di tutto per i ragazzi, che aspettavano da tempo questo momento, messi alla prova da una situazione mai vista, la pandemia, il lockdown, il dover essere privati da un giorno all’altro di tutte le proprie abitudini, lo studio, il gioco, le relazioni sociali, la frequentazione di amici e parenti. Questa riapertura insegnerà loro che i momenti difficili purtroppo esistono, ma si superano e si va avanti. Anche in questa giornata positiva, però, non possiamo non vedere, noi che siamo adulti e che abbiamo il dovere di garantire alle nuove generazioni le migliori condizioni di vita possibili, le tante, tantissime cose che ancora non vanno, le criticità ancora presenti e da risolvere. Innanzitutto, non tutti gli studenti oggi sono effettivamente tornati a scuola. Uno su quattro è, infatti, rimasto ancora a casa. Non solo quelli delle Regioni che hanno deciso di posticipare la riapertura a dopo le elezioni, ma anche gli alunni di diverse altre aree del Paese. Si pensi, ad esempio, al Lazio, dove il 20% degli istituti è rimasto chiuso, come anche in Sicilia ed in altre zone. Le motivazioni per la mancata ripresa sono sempre le stesse: assenza di spazi e mancanza di aule, carenza di personale, ritardi nella consegna dei materiali, regole ancora incerte e poco chiare. I banchi a rotelle – per quanto inutili – ancora da consegnare sono 2,2 milioni. Gli spazi da reperire per evitare doppi turni e didattica a distanza, il problema forse più complesso da risolvere: sono un milione gli studenti senza aula. Le moltissime cattedre da assegnare, sarebbero 60mila, la penuria di personale non docente, particolarmente importante in questa fase nella quale sono aumentati i compiti, le responsabilità affidate alla scuola per rispettare tutte le nuove normative anti Covid. La carenza di docenti di sostegno: si calcola che circa 170mila alunni con disabilità, il 60% del totale, non avranno più lo stesso insegnante che li seguiva l’anno scorso, creando così altre difficoltà in un periodo già di per sé molto delicato. Le normative ancora poco chiare, da quelle sulla misurazione della temperatura fino ai protocolli da seguire in caso di contagi, alle regole per mantenere il distanziamento evitando la circolazione del materiale scolastico, quindi le procedure per correzioni, compiti in classe, sistemazione di libri, zaini, capi d’abbigliamento. Insomma, un’effettiva verifica sull’efficienza ed efficacia dell’organizzazione della scuola in tempo di Covid, per come è stata gestita dal governo, si potrà fare solo ora, in classe, dove si potranno constatare pro e contro di questa riapertura, per studenti, insegnanti, famiglie. Nel frattempo, un caloroso e sentito augurio ai ragazzi, quelli già tornati a scuola e quelli che dovranno aspettare ancora qualche giorno.