Calo senza precedenti dell’occupazione: nel secondo trimestre dell’anno -841mila persone in attività

Sono state rese note le nuove rilevazioni dell’Istat sul mercato del lavoro, quelle relative al II trimestre dell’anno in corso e ne è emerso un calo dell’occupazione senza precedenti. I lavoratori attivi sono, infatti, 841mila in meno, nonostante il blocco dei licenziamenti e la cassa Covid. Sono soprattutto i dipendenti a termine (diminuiti del 21,6%, pari a -677mila unità) e i lavoratori autonomi (scesi del 4,1%, ovvero -219mila occupati) i protagonisti del crollo, ossia quella parte del mondo del lavoro che già era più fragile e che ora è anche meno tutelata dalle misure anti crisi predisposte dal governo. Di questi lavoratori la gran parte è costituita soprattutto da giovani e da donne, categorie percentualmente coinvolte in modo maggiore nell’occupazione a tempo determinato. A causare il crollo dell’occupazione non c’è solo il mancato rinnovo dei contratti, ma anche il congelamento, causa pandemia, delle nuove assunzioni, specie quelle solitamente effettuate nel periodo dell’anno in questione, ovvero la primavera, nel settore del turismo, in previsione della bella stagione. “Non si sono registrate le usuali nuove assunzioni a tempo determinato che caratterizzano il secondo trimestre dell’anno – così l’Istat – con l’inizio della stagione estiva”. Per quanto riguarda i settori produttivi maggiormente interessati dal calo dell’occupazione, troviamo, infatti, in prima linea il commercio (-191mila occupati) e la filiera del turismo e della ristorazione (-246mila). La flessione è maggiormente accentuata nel Mezzogiorno, a seguire il Nord Italia ed infine il Centro. Sono anche diminuite le ore di lavoro, sono scesi del 50,6% gli occupati che hanno lavorato per più di 36 ore a settimana, ed è aumentato il ricorso al part-time, involontario nel 63,9% dei casi.
Diminuiscono i disoccupati, ma solo per l’aumento degli inattivi, che non cercano più lavoro
Sempre nel II trimestre 2020, scende all’8,3% il tasso di disoccupazione. Spiega però l’Istat, che il calo è legato all’aumento dell’inattività, cresciuta del 5,5%. Nel complesso, nella fascia di età 15-64 anni, i disoccupati sono 2 milioni, gli inattivi oltre 14 milioni.