Finito il blocco dei licenziamenti, si attende un rapido aumento dei disoccupati

Il dato, di per sé, potrebbe anche apparire non male; certo non positivo, ma neanche così drammatico, soltanto un paio di punti percentuali al di sopra della media dei Paesi più industrializzati. Secondo l’Ocse, nel nostro Paese il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 9,7%, più o meno in linea con le previsioni ante Covid-19. Infatti, già nelle indicazioni di un anno fa, che poi sono servite per mettere in campo la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza e alla successiva legge di bilancio, il governo si era orientato su dati simili, decimale in più o meno. Quindi, ad una lettura superficiale, l’emergenza epidemiologica non avrebbe inciso più di tanto. Ed invece, la situazione è decisamente diversa da quella che potrebbe apparire. Il tasso di disoccupazione risente di due aspetti. Il primo è di ordine strettamente statistico: il disoccupato non è semplicemente colui che è senza lavoro; è colui che cerca attivamente una nuova occupazione, cosa praticamente impossibile visto lo stop alle condizionalità che continua a protrarsi e con i centri per l’impiego che lavorano a scartamento ridotto. Inoltre, sul dato incide anche il blocco ai licenziamenti, giustamente introdotto con il Cura Italia, rinnovato con il decreto Rilancio ed ora profondamente rivisto dal decreto Agosto, con l’introduzione di un meccanismo molto penalizzante che permette di licenziare da subito.