Dopo quattro mesi di cali torna a crescere il numero degli occupati. Da febbraio, però, il livello dell’occupazione è sceso di quasi 500 mila unità

Il difficile viene adesso. Perché ora la scommessa dovrà essere quella di riuscire a garantire opportunità a chi, dall’emergenza sanitaria, ha perso di più. Un aspetto positivo, però, si intravede: il Paese sta tentando di rialzarsi dopo i mesi più duri scanditi dal lockdown e dalla chiusura di molte attività produttive. Così l’Istat, oggi, restituisce l’immagine di una timida ripartenza del mercato del lavoro. Nel mese di luglio, riferisce a tale proposito l’Istituto nazionale di statistica, dopo quattro mesi di flessioni consecutive, l’occupazione torna a crescere mentre, a fronte del calo dell’inattività, prosegue l’aumento del numero di persone in cerca di lavoro. L’aumento dell’occupazione su base mensile (+0,4% pari a +85 mila unità) coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145 mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni. Gli uomini occupati risultano sostanzialmente stabili, mentre diminuiscono gli indipendenti. Il tasso di occupazione sale dunque al 57,8% (un incremento di 0,2 punti percentuali). L’aumento consistente delle persone in cerca di lavoro (+5,8% pari a +134 mila unità), sottolinea ancora l’Istat, è diffuso per genere ed età. Il tasso di disoccupazione sale al 9,7% (+0,5 punti) e, tra i giovani, raggiunge il 31,1% (+1,5 punti). Contestualmente, la diminuzione nel numero di inattivi (-1,6% pari a -224mila unità) riguarda uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di inattività si attesta ora al 35,8% (-0,6 punti). I dati risultano in miglioramento (nelle prossime settimane sarà da valutare quanto abbia inciso la stagionalità), ma certo è che le macerie lasciate dai mesi di stop per contenere la diffusione del coronavirus, restano visibili. È l’Istat a evidenziarlo ancora una volta: «Da febbraio 2020 – scrive l’Istituto nel commento alla nota sui dati di luglio – il livello dell’occupazione è sceso di quasi 500 mila unità e le persone in cerca di lavoro sono cresciute di circa 50 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 400 mila. In quattro mesi, il tasso di occupazione perde oltre un punto, mentre quello di disoccupazione, col dato di luglio, torna sopra ai livelli di febbraio». In termini tendenziali, le ripetute flessioni congiunturali registrate da marzo contribuiscono ad una contrazione dell’occupazione del 2,4%, pari a -556 mila unità, che coinvolge uomini e donne di qualsiasi età, dipendenti (-317 mila) e autonomi (-239 mila). L’unica eccezione sono gli over50 (+153 mila), crescita che però è dovuta esclusivamente alla componente demografica. A luglio, infine, aumentano le ore lavorate con un livello che è pari a 33,1 ore, inferiore solo di 1,2 a quello registrato nello stesso periodo dello scoros anno. Per i dipendenti, conclude l’Istat, il gap rispetto a luglio 2019 è ancora più ridotto (-0,8 ore).