Governo sotto pressione: a tre settimane dal ritorno in aula degli studenti, permangono non poche incognite

A circa tre settimane dalla riapertura delle scuole, non c’è ancora la certezza piena di come gli studenti potranno fare il loro rientro in aula. Al momento l’unica sicurezza è la data della ripresa, prevista, appunto, per il 14 settembre, come confermato ieri dal ministero dell’Istruzione (con le Regioni che in alcuni casi andranno in ordine sparso sull’effettiva ripartenza dell’anno scolastico). Ma su tutto il resto – dal distanziamento ai termoscanner e all’uso delle mascherine, fino ai protocolli per la gestione di situazioni di tipo emergenziale e ai trasporti – permangono non poche incognite. Che il vertice voluto nelle scorse ore dal premier Giuseppe Conte (presenti il ministro della Salute, Roberto Speranza, dei Trasporti Paola De Micheli, degli Affari Regionali Francesco Boccia, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli e il commissario per la scuola Domenico Arcuri) non ha contribuito a dissipare. Una riunione, stando alle cronache, che è servita piuttosto a fare quadrato e a ribadire una responsabilità collegiale sulla scuola, che non sia dunque appannaggio esclusivo del ministro Lucia Azzolina. Un tema, insomma, su cui il governo si giocherà molto, se non tutto, nelle prossime settimane. Suscita stupore la frase attribuita ad un ministro dal Corriere della Sera, secondo il quale «se facciamo un passo falso, la destra è pronta ad attaccarci». A ben vedere, la priorità dovrebbe essere un’altra: dare risposte alle famiglie, ancora ignare di quello che potranno fare tra una manciata di giorni.