Il leader della Lega ha dimostrato la sua coerenza, attaccando il Pd per non aver fatto lo stesso

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha espresso una posizione chiara. E coerente. Al referendum confermativo per la riduzione di un terzo dei parlamentari in programma a settembre – il voto è previsto per il 20 e il 21 settembre, salvo un eventuale peggioramento dell’emergenza sanitaria nel Paese, per adesso escluso –, voterà a favore: «Ho votato sì quattro volte in Parlamento al taglio dei parlamentari e voterò sì al referendum», ha detto a “In Onda” su La7. Una posizione comune a quella di Fratelli d’Italia e Forza Italia, a dimostrazione della compattezza del centrodestra. «Non voglio fare la figura del Renzi o dello Zingaretti qualunque», ha aggiunto, criticando il Partito democratico. Perché questo attacco? Inizialmente a sfavore del taglio dei parlamentari, il Pd ha cambiato idea dopo aver sposato il Movimento 5 stelle per formare un nuovo governo, dimostrando di essere a favore di una riforma che riduce i costi solo per convenienza politica. Pur esprimendosi a favore del “sì”, Salvini ha preferito non dare alcuna indicazione di voto agli elettori della Lega. Una scelta che ha motivato così: «Fortunatamente siamo in democrazia e il referendum è fatto a posta perché decidano i cittadini. Se qualcuno ritiene di votare no perché non è questa la riforma che salva il destino e il futuro dell’Italia, è liberissimo di votare no senza che io gli metta due dita negli occhi».