Tuttavia tra i membri dell’esecutivo le priorità sono altre, a partire dagli accordi locali tra Pd-M5s per le prossime elezioni

Più che le parole, sono i fatti a dimostrarlo. «Questo governo mette in pericolo l’Italia», ha denunciato il leader della Lega, Matteo Salvini, criticando l’esecutivo per la gestione dei flussi migratori verso le coste italiane. «Più di cento immigrati a bordo della Sea Watch4: visto che ora perfino i sindaci siciliani di Pd e 5Stelle si oppongono agli sbarchi e Lampedusa è nel caos, il governo userà il decreto sicurezza per vietare l’ingresso in acque italiane?», ha chiesto l’ex ministro dell’Interno, esprimendo un giudizio severo sull’operato di chi lo ha sostituito al ministero dell’Interno e che ha promesso di modificare proprio i decreti sicurezza varati su impulso della Lega dal primo governo Conte. Dodici mesi fa, il passaggio di consegne. Nel frattempo, alcune cose sono cambiate. E in peggio, secondo Salvini: «Dopo un anno di governo Conte-Pd-5Stelle gli sbarchi si moltiplicano, gli amministratori locali sono in rivolta, l’accordo di Malta si è rivelato una farsa e – anziché aumentare gli accordi di rimpatrio – è stata stracciata l’unica intesa funzionante ovvero quella con la Tunisia». Quella di Salvini non è l’unica voce a levarsi dall’opposizione contro la gestione dei flussi migratori. A prendere posizione è stata anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, definendola «intollerabile». Al governo, però, le critiche dell’opposizione e gli allarmi lanciati dai sindaci siciliani del Partito democratico e del Movimento 5 stelle – tutto, fuorché avversari politici – non sembrano rientrare tra le priorità dell’agenda, dove figurano altre preoccupazioni. A partire dalla necessità di stringere alleanze locali tra Pd e M5s, dopo che le trattative per le prossime elezioni Regionali in programma a settembre, salvo un eventuale peggioramento della situazione sanitaria nel Paese, non sono andate a buon fine o, nel migliore dei casi, ristagnano. Partendo da una constatazione di fatto – «Da soli non si vince» –, in un’intervista al Fatto Quotidiano, ieri l’ex capo politico del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, ha invitato il M5s all’ennesimo cambiamento, auspicando «la nascita di una generazione di amministratori del M5s che sappiano governare anche in coalizione». Quelle stesse coalizioni che il M5s aveva sempre criticato. Quando a farle, però, erano gli altri.