Lockdown nazionale e niente zona rossa ad Alzano e Nembro. I verbali del Cts non chiariscono i motivi delle decisioni di Conte e del Governo.

I verbali del Comitato tecnico scientifico per il Covid-19, circa 200 pagine di documenti con indicazioni e rilevazioni tecniche, che furono alla base delle decisioni del governo per la gestione della pandemia, dopo essere stati secretati per mesi, sono ora, finalmente e dopo molte sollecitazioni, consultabili e accessibili a tutti sul sito della Fondazione Einaudi, ma questo non solo non ha tacitato le polemiche, le ha anzi rinfocolate. Innanzitutto perché mancano all’appello alcune pagine, fra le quali quelle riguardanti Alzano e Nembro, le zone della Lombardia fra le più colpite dal virus per le quali non venne dichiarata la zona rossa, in un rimpallo di responsabilità fra governo centrale e regione. Ora, dopo le pressioni del consigliere regionale lombardo Caretta di Azione, la formazione di Calenda, si conosce anche il verbale del 3 marzo scorso, proprio sulla situazione della Val Seriana e, letti i testi, restano ancora molti dubbi. Infatti, in base ai suggerimenti del Cts, sentito anche l’assessore al welfare lombardo Gallera, era tutto predisposto per l’istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, tanto che un paio di giorni dopo erano stati inviati 250 militari con il compito di controllare l’area. Non solo, il Cts aveva anche suggerito al governo di mantenere “due livelli di misure di contenimento”, uno più alto nelle zone con maggiore diffusione del virus e uno più blando nel resto del Paese, nel quale alcune aree quasi non erano state toccate dal Covid. Conte e il governo decisero, invece, pochi giorni dopo di non istituire la zona rossa e di proclamare il lockdown nazionale, con le conseguenze economico-sociali ormai note.