Così l’Istat, sottolineando che l’incremento è su base mensile

A giugno 2020, sono cresciute tanto le esportazioni quanto le importazioni italiane. A renderlo noto è l’ISTAT, riferendo di un aumento su base mensile del 14,4% per le prime e del 16,1% per le seconde. Al netto degli incrementi registrati a maggio e giugno, però, nel secondo trimestre, la variazione rispetto al trimestre precedente rimane «ampiamente negativa sia per l’export (-24,8%) sia per l’import (-21,8%)». Ad influire, in modo determinante, secondo l’ISTAT, è «il forte calo registrato ad aprile». Dal confronto con il dato relativo a giugno 2019 emerge una flessione «ampia», pari al 12,1%, sebbene «in netta e progressiva attenuazione rispetto a maggio (-30,4%) e aprile (-41,5%)». «Più ampia» anche la flessione delle importazioni – secondo l’ISTAT, è del 15,6% –, anche quest’ultima, però, si sta ridimensionando: a maggio, era del -35,2%. L’ISTAT osserva che ci sono alcuni Paesi che «contribuiscono maggiormente alla caduta dell’export», sottolineando anche quali sono. L’elenco comprende: Stati Uniti (-22,4%), Spagna (-21,7%), Francia (-9,7%), Regno Unito (-11,2%) e paesi OPEC (-17,1%). In controtendenza, perché in aumento, invece, le vendite verso Svizzera (+4,7%), Belgio (+7,5%) e Giappone (+8,1%).