Via libera definitivo del Senato, all’unanimità, al Ddl sulla sicurezza di medici e operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni

Tutte le sigle sindacali, dalla Cgil all’Ugl, pur mobilitate e impegnate in modo diverso, arrivano alla stessa conclusione: senza firma sul rinnovo de contratto della Sanità privata, scaduto da 12 e intorno al quale era stata raggiunto il 10 giugno scorso una preintesa presso il ministero della Salute, sarà «sciopero generale». Dopo il monito, venerdì scorso, del segretario generale UGL, Paolo Capone, oggi anche quello degli omologhi di Cgil e Cisl a sostegno del presidio nazionale di protesta contro la mancata ratifica da parte di Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) del rinnovo del contratto della sanità privata, promosso da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in piazza Montecitorio a Roma. La Cgil con il segretario generale Maurizio Landini ha sottolineato un principio di realtà e cioè che «i lavoratori della Sanità privata aspettano da 14 anni. Ora basta», mentre la segretaria generale Cisl, Anna Maria Furlan, ha evidenziato il comportamento «irresponsabile delle associazioni  datoriali». Il segretario nazionale UGL Sanità, Gianluca Giuliano, ha dichiarato con grande amarezza: «In questo arco di tempo gli operatori della Sanità privata hanno continuato a mostrare il loro grande senso di responsabilità e professionalità, eppure oggi continuano a essere trattati come lavoratori di serie B, quasi dimenticati. La pre-intesa, che era stata sancita, aveva aperto la strada all’agognata sottoscrizione del nuovo contratto, ma il mancato rispetto dei termini previsti ha cambiato di nuovo le carte in tavola». Un colpo davvero “basso” in quest’anno che ha visto la categoria in prima linea nella lotta al Covid 19.