Né l’Associazione dei Costruttori né l’Ufficio Parlamentare di Bilancio risparmiano all’esecutivo severe strigliate

Botte da orbi oggi per il Governo. Cominciamo dall’Ance con il presidente, Gabriele Buia: sul fronte delle opere pubbliche, «l’Italia è un Paese zavorrato» dalle norme, una legislazione che pesa con «500 provvedimenti messi in campo dal ’94 ad oggi». Non basta, c’è di peggio, nel Dl Semplificazioni «non vediamo nulla per semplificare la realizzazione delle Opere pubbliche». In particolare, l’Ance ha evidenziato che la legislazione in materia di appalti è aumentata a un ritmo crescente: si è passati in media da circa 8 provvedimenti l’anno negli anni ‘90 ai quasi 30 nell’ultimo decennio. Anno record il 2019 con 39. Anche a livello generale il corpo normativo per l’Ance è diventato sempre più ingestibile e lo ha dimostrato attraverso i numeri dei tre principali provvedimenti adottati nel corso dell’emergenza Covid. Tra Dl Cura, Dl Liquidità e Dl Rilancio, le norme da scandagliare sono in totale 750 suddivise in 360 pagine, per un totale di 437 articoli comprendenti 1710 commi e con 1807 rimandi. E c’è anche una massa di norme incomplete: del governo Conte I sono 165 i provvedimenti approvati su 351, nel Conte II 73 provvedimenti sono stati approvati su 431. Poi ce ne sono addirittura 341 dei governi precedenti al Conte I ancora da adottare.

Non più clemente è stato oggi il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, nel corso di un’audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, per l’esame del Programma nazionale di riforma: il Pnr elenca «un vasto programma di interventi settoriali, non dissimile da quelli contenuti nei precedenti e non sembra cogliere l’occasione per individuare alcune priorità strategiche sulla base delle quali predisporre in autunno il Piano di ripresa e resilienza in modo da concentrare le risorse del dispositivo europeo su aree di intervento ritenute fondamentali». Si può essere d’accordo o meno sul “grande” e “storico” aiuto che l’Ue sta dando ai Paesi in difficoltà, ma è evidente a molti che il Governo ancora non ha una strategia.