Crolla tutta l’occupazione a tempo determinato, stagionale o in somministrazione

L’Inps conferma il crollo dell’occupazione nel nostro Paese, con l’emergenza epidemiologica che ha finito per allargare ancora di più quella voragine che si era andata aprendo già sul finire del 2019 e poi nelle prime settimane dell’anno. Ad aprile, i rapporti di lavoro in meno su base annua sono 610mila; soltanto il mese prima erano 279mila in meno. Una progressione esponenziale – l’incremento su base mensile sfiora il 120% – che rende purtroppo sempre più vicino il milione di posti di lavoro in meno di cui si è parlato più volte, anche su questo giornale. Se i rapporti di lavoro a tempo indeterminato tengono, anche per effetto dello stop ai licenziamenti introdotto con il Cura Italia e confermato dal decreto Rilancio fino al 17 agosto, sono tutte le altre forme contrattuali a pagare lo scotto più alto. Sono quasi mezzo milione in meno i rapporti di lavoro a tempo determinato, un numero destinato ad impennarsi velocemente, considerando il forte ricorso allo strumento durante il periodo estivo. Crollo anche per gli stagionali (-169mila), per i somministrati (-133mila) e per i lavori intermittenti (-91mila). Forte preoccupazione è stata espressa dai sindacati e dalle associazioni datoriali, da tempo in pressing sul governo sul versante degli ammortizzatori sociali e sulla proroga del blocco ai licenziamenti, senza i quali il saldo rischia di diventare assolutamente insostenibile già a settembre.