«Fregatura grande come una casa». Meloni: «Si rischia un inaccettabile commissariamento delle scelte di politica economica di una Nazione sovrana»

«Non c’è nessun  regalo. È una resa senza condizioni alle scelte della Commissione». Il leader della Lega, Matteo Salvini, boccia in questo modo, in conferenza stampa alla Camera, l’accordo raggiunto all’alba a Bruxelles sul Recovery Fund. «Stiamo parlando – ha quindi aggiunto Salvini – di soldi sulla carta prestati che arriveranno se va bene tra un anno, solo se l’Italia farà le riforme sulle pensioni, giustizia, richieste dall’Europa. L’Europa dice “ti presto dei soldi se torni alla legge Fornero e se mi metti una patrimoniale sulla casa e sui risparmi”. Non occorre uno scienziato per capire quale sarà il costo sociale. Noi della Lega – è la promessa – vigileremo. Ci adopereremo per evitare una fregatura che si intravede grossa come un a casa in fondo al tunnel».  La maggioranza, però, festeggia. Su tutti il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: «Il governo italiano è forte. La verità è che l’approvazione di questo piano rafforza l’azione del governo italiano perché ci permette di poterci fidare di consistenti risorse finanziarie per raggiungere quegli obiettivi che abbiamo già individuato e che ora andremo a declinare in modo concreto». Poi, al rientro da Bruxelles, Conte è stato subito ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha espresso apprezzamento per l’esito del Consiglio europeo, ma anche ricordato che adesso l’Italia deve predisporre un programma di interventi concreto ed efficace. «Per l’Italia – è però il commento della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni – si conserva un livello accettabile di sussidi a fondo perduto ma in compenso rischiamo di perdere molti altri miliardi su altre voci del bilancio pluriennale. Vengono rinviate a data da destinarsi tutte le tasse sui colossi extraeuropei e la finanza speculativa ma viene introdotta una tassa sulla plastica di 80 centesimi al chilo da gennaio 2021: un salasso per migliaia di imprese. Quello che ci preoccupa di più è che non solo queste risorse arriveranno a primavera 2021 ma che per spenderle dovremo comunque passare dalle forche caudine dei Rutte di turno: non si chiama “diritto di veto” ma il “super freno di emergenza” funzionerà allo stesso modo. Si rischia un inaccettabile commissariamento delle scelte di politica economica di una Nazione sovrana». «Questa volta – è invece la richiesta di Silvio Berlusconi, intervistato dal Tg5 – chiediamo che l’opposizione sia davvero coinvolta nelle decisioni, nell’interesse dell’Italia, a partire da quella imminente sullo scostamento di bilancio, che ci viene chiesto di votare in Parlamento».