Rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e risorse per i comuni in primo piano

Tutto è ancora molto in alto mare, anche al netto delle eventuali risorse europee che arriveranno, nella migliore delle ipotesi, non prima di un anno. Il nuovo decreto legge stenta, infatti, a decollare, nonostante le scadenze maggiormente critiche siano sempre più vicine. Già in questa settimana, la stragrande maggioranza delle imprese potrebbe aver concluso le settimane di cassa integrazione, con le ultime ritardatarie che arriveranno a fine mese. Finiti gli ammortizzatori sociali, si apre un limbo che potrebbe portare direttamente al 17 agosto, quando scadrà il blocco dei licenziamenti economici individuali e collettivi. Insomma, uno scenario da far tremare i polsi, considerando che, dalla sera alla mattina, il Paese potrebbe trovarsi con centinaia di migliaia di nuovi disoccupati, senza peraltro una prospettiva di rioccupazione nel breve periodo. Le anticipazioni che arrivano parlano di un nuovo provvedimento da 20 miliardi di euro, una parte dei quali, però, destinati ai comuni che sono stati chiamati ad affrontare l’emergenza epidemiologica senza avere particolari risorse aggiuntive. Ogni settimana di cassa integrazione è costata, finora, circa un miliardo di euro, almeno sulla carta, perché l’Inps non ha saputo finora dare un quadro chiaro delle richieste accettate e rigettate e di quello che in gergo si definisce tiraggio, vale a dire l’utilizzo effettivo delle ore autorizzate da parte delle imprese.