Ma rispetto ad un anno fa il crollo è ancora piuttosto marcato

Complice un allentamento delle restrizioni anti-coronavirus in gran parte delle aree del mondo, a maggio il commercio italiano con l’estero ha registrato un recupero se confrontato con le performance del mese precedente. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, infatti, le esportazioni tra aprile e maggio sono aumentate del 35% – riflettendo i marcati aumento che hanno interessato sia le vendite verso i paesi dell’Unione Europea (33,7%) sia quelle verso l’area extra-Ue (+36,5%) – mentre le importazioni hanno riportato un 5,6%, sintomo di consumi nazionali ancora piuttosto deboli. Osservando nel dettaglio le diverse tipologie di prodotti esportati, si può notare come al risultato congiunturale abbiano contribuito tutti i raggruppanti principali di industrie, eccezion fatta per l’energia che mostra un calo dell’export del 25,2%. Le vendite di beni di consumo sono infatti aumentate del 27,4%, quelle di beni strumentali del 72,7% e quelle di beni intermedi del 22,7%. Ma se a livello congiunturale i risultati fanno ben sperare, altrettanto non si può dire per il confronto tendenziale. Rispetto al maggio di un anno fa le esportazioni risultano essere il 30,4% in meno (-29,4% per quelle verso i Paesi Ue e -31,5% per quelle verso l’area extra-Ue). Anche in questo caso il risultato è legato all’andamento di tutte le componenti: i beni di consumo hanno registrato un -26,2%, i beni strumentali un -33,8%, quelli intermedi un -28,4% e l’energia un -64,1%.